VERTENEGLIO

26.11.2021 – “VERTENEGLIO. Memorie, volti e tradizioni di una Comunità istriana” di DAVID DI PAOLI PAULOVICHUn volume, “Verteneglio. Memorie, volti e tradizioni di una Comunità Istriana” scritto da David di Paoli Paulovich, paragonabile ad uno scrigno ricco, non solamente di storie, tradizioni, musica e memorie, ma pure di vissuto, di testimonianze e raccolte di ricerche che andranno sicuramente ad arricchire non solo le biblioteche e archivi ma pure il bagaglio storico e culturale degli abitanti del territorio in quanto ognuno può trovare in esso un pezzo di storia della propria famiglia, delle proprie abitudini o semplicemente ricordi che adesso sicuramente non si perderanno nell’oblio del tempo. Il volume, edito dall’Associazione delle Comunità Istriane di Trieste, di cui l’autore vi è presidente, grazie ai fondi ministeriali ex legge 72/2001, è stato presentato presso gli spazi della Comunità degli Italiani di Verteneglio dove ad accogliere un pubblico molto interessato è stato il sindaco del Comune di Verteneglio, Neš Sinožić e Elena Barnabà, presidente della GE del sodalizio.Piccola patria da non dimenticareIn qualità di coordinatore della serata e autore della presentazione del volume, ad introdurre la serata è stato Rino Cigui, ricercatore e storico del CRS di Rovigno e della Società di studi storici e geografici di Pirano.”È con vivo piacere che ho accettato l’invito dell’amico Di Paoli, con il quale condivido l’amore per l’Istria e la sua storia, a mettere su carta alcune riflessioni sulla sua ultima fatica editoriale, un volume significativo che costituisce un’importantissima opera di memoria della comunità vertenegliese. Come noto hai più, Di Paoli è un instancabile e attento studioso delle tradizioni storico musicali istriane, che da qualche tempo sta riportando alla luce una preziosissima documentazione che altrimenti rischiava di perdersi nell’oblio della quotidianità e del già letto e sentito in una storia di “anestesia della memoria”. La memoria d’altronde, per rimanere viva si deve coltivare e alimentare, giacché non esiste colpa peggiore del dimenticare il passato, qualunque esso sia. I vertenegliesi, rimasti ed esodati, hanno il dovere morale di conoscere la loro “piccola patria”, devono conoscerla nei suoi molteplici aspetti se vogliono avere una visione unitaria e fedele della stessa, poiché solo una volta in possesso di un ricco corredo di cognizioni e di memorie patrie essi potranno custodirlo e tramandarlo alle future generazioni”, ha concluso Cigui che per l’occasione ha letto pure l’intervento di Massimo Gobessi della RAI di Trieste, che non ha potuto presenziare.L’importanza dell’archivio diocesano”In questi anni ho avuto modo di ascoltare e di accostarmi, con silenzioso umiltà, a questa terra che sento mia per parte di madre e quindi mi è difficile, ma non impossibile, parlare di codesta pubblicazione perché le tradizioni, ma soprattutto i valori, sono parte integrante del mio essere. Un volume arricchito con le trascrizioni musicali, note, pentagrammi che ricostruiscono lo stare insieme, il vero senso di comunità di verteneglio, testimone del passaggio di genti e di bandiere che non hanno modificato quell’anima sana, popolare, orale, ma non per questo povera di contenuti e di saggezza. Facendo tesoro della discreta bibliografia esistente su Verteneglio, della vita più intima della cittadina, ricostruendo le tradizioni folcloriche rituali, la sua ricerca pluridecennale, ha una motivazione alta, quasi un impegno morale e ideale con l’indimenticabile monsignor Luigi Parentin che aveva visto giusto quando disse “…el ghe daghi a Di Paoli quel che gavemo messo da parte…”, che ha impegnato l’autore a non tralasciare alcun tassello del mosaico di storia e di storie di Verteneglio” è emerso dalle parole di Gobessi riferendosi al ricercatore e amante del passato della chiesa istriana, scrittore prolifico, sacerdote, archivista e storico Parentin, nato a Cittanova nel primo ‘900 e che nel 1972 il Papa nominò prelato onorario, e vescovo archivista dell’Archivio diocesano di Trieste, che organizzò, guidò e studiò fino alla sua morte nel dicembre del 1997. Presente pure Gianfranco Abrami, autore di numerosi scatti presenti nel volume che ha raccontato come, quando Di Paoli gli ha chiesto le foto per il volume, sono emersi piacevoli ricordi con due persone meravigliose, il suo santolo e consorte, Giovanni Fernetti e Rina Giuressi, entrambi nativi di Verteneglio che poi a Trieste diventarono grandi amici di suo padre. Eredità immaterialeL’autore ha espresso invece parole di gratitudine per la possibilità di presente quest’opera nata da una ricerca iniziata già negli anni ’90.”Ogni giorno sentivo parlare di Verteneglio da mio padre che raccontava vicende della mia famiglia e, con un dovere morale che sentivo, ho riversato queste memorie in un volume che si compone di varie parti con molte fotografie storiche”, ha rilevato Di Paoli spiegando come il volume è stato dedicato alla sua bisnonna, Giovanna Fiorentin, conosciuta in vita come “la maestra vecia” in quanto per quarant’anni insegnante e direttrice della SEI di Verteneglio dal 1915, direttore scolastico a Castelvenere, a suo marito e bisnonno dell’autore, Giovanni Paoluzzi, commerciante del luogo, a sua nonna, Gioconda Paoluzzi, insegnante di Villanova e Verteneglio, Dama dell’ordine della corona d’Italia e Medaglia d’oro della lega nazionale, a Mario Paulovich, suo nonno insegnante a Villanova di Verteneglio, allo zio Mario Di Paoli e a suo padre, Paolo Di Paoli Paulovich, che a Verteneglio visse la sua infanzia, già presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti di Trieste e giudice tributario, già presidente della Comunità di Villanova e Verteneglio. Nel volume di quasi 450 pagine, si trovano 13 capitoli dove oltre alla pubblicazione di materiali storici e folclorici, si presenta per la prima volta una ricchissima silloge di canti trascritti dalla viva prassi di tradizione orale a cavallo della metà del XIX secolo sino alla metà del XX secolo ed interrottasi con il grande esodo. Quindi presentati i primi riferimenti documentali del luogo, i ritrovamenti archeologici nel territorio comunale, le impronte artistiche con particolare attenzione alle chiese, il calendario dell’anno fra usanze, riti e tradizioni popolari e l’antico canto patriarchino per non far mancare le storie del coro, della banda, del Duomo e dell’organo con tutte le usanze, religiosità e tradizioni popolari. Il tutto è arricchito con canti, poesie, racconti e alcuni termini della parlata vertenegliese per concludere il tutto con una Verteneglio alle soglie del secondo millennio e i “verteneanti” nel mondo.”Possa dunque l’Eredità immateriale che giace nei materiali di questo volume fare da ideale ponte su cui transitano non solo ricordi, ma tasselli fondanti di identità e valori comuni di una comunità dispersa che riannoda i fili con il suo passato e riabbraccia idealmente la sua Istria e il suo territorio insieme con i suoi figli di oggi”, ha concluso Di Paoli. Erika BarnabaComunità Italiani VerteneglioVerteneglioVisit Brtonigla VerteneglioComunità Italiani VerteneglioAssociazione delle Comunità IstrianeGianfranco Abrami

voce giuliana

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