Lussinpiccolo

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Centro di capitani e di marittimi che ha perpetuato fino ai nostri giorni le gesta degli abili navigatori d’un tempo superando le esperienze marinare di Ossero e Cherso
(Da: “Itinerari istriani - I vol.” di Pietro Parentin)

Il mio peregrinare non si limita a gironzolare nello spazio alla ricerca di luoghi e paesaggi, di cittadine e piccoli villaggi, ma è, prima di tutto, un ritrovare un mondo perduto, quel mondo perduto che ciascun esule ripercorre grazie a ricordi ed immagini che affiorano in lui. Ricordi ed immagini che sono bagaglio personale di ognuno di noi, ma che possono anche essere colti negli altri, in quelle cittadine e paesi vivi che si ricreano quando la nostra gente si ritrova.

Lussinpiccolo ho incominciato a conoscerla conoscendo la sua gente. San Martino e l’Annunziata sono due momenti in cui la gente di Lussinpiccolo si ritrova a Trieste, tenendo in vita una tradizione antica nata in quel nido lontano da cui spiccavano il volo per i più distanti lidi i suoi figli. San Martino è il protettore, il santo cui è dedicata la prima chiesa, oggi cimiteriale, mentre la nuova parrocchiale, il duomo, è dedicato alla Natività di Maria; l’Annunziata, cui è dedicata la cappella di Cigale, è la protettrice dei marinai che a Maria, onorata con questo titolo, rivolgevano l’ultimo saluto alla partenza ed il primo all’arrivo. Era lì che innumerevoli quadri ex voto ricordavano la dura vita del mare: naufragi, scampati pericoli, tempeste, ricordati da uomini forti e temerari sostenuti da fede viva, che sapevano invocare l’aiuto celeste e rendere grazia con sincera e schietta gratitudine.

Partecipare agli incontri, sentire non tanto i discorsi di prammatica, ma i dialoghi ed i commenti alle immancabili immagini che l’amico Ballarin presenta alternando l’oggi al ieri, i paesaggi ed i monumenti ad immagini di persone che hanno reso vivo il luogo, mi induce a scoprire posti in cui ritrovo parte del mio mondo che così s’allarga ad orizzonti più ampi.

È durante tali incontri che osservo, che prendo nota nella mente, che cerco di cogliere aspetti che so di non poter trovare in loco quando viene l’opportunità della visita. Questa, nei luoghi più grandi o frequentati dai turisti, risulta infatti spesso inadeguata per fare una vera conoscenza del sito che a me interessa, che non è certamente quello dell’oggi, ma quello della memoria, della vita della nostra gente. I luoghi ed ancor più la struttura delle case hanno allora un linguaggio particolare ed i costumi e la lingua di oggi non intaccano il mio vedere che è un sentire, un immergersi in una realtà altrimenti sfuggente. Per cogliere questa realtà occorre sì vedere, ma ancor più ricercare nella memoria resa viva tramite racconti, storie, raccolte di immagini.

 

San Martino 2 1
Parrocchia della Natività 1

Di Lussinpiccolo, ad esempio, ci sono cinque splendidi volumi usciti a cura di Neera Hreglich Mercanti dal titolo significativo: RICORDANDO LUSSINO; in essi l’immagine prevale sullo scritto che spesso è puro documento mentre le didascalie conducono in modo leggero a ripercorrere uno spazio ed un tempo altrimenti introvabili.

Fatta questa conoscenza, quella vera dell’anima lussignana, l’andare a Lussinpiccolo è diverso, è un ritornare in un mondo che anche un conterraneo di altri luoghi sente suo. Ecco il significato del mio peregrinare per le diverse contrade di una terra che non ho potuto conoscere nella sua realtà prima della rovina. Non gita turistica, non pura ricerca tra carte d’archivio o testi, ma un cercare di cogliere momenti di un tempo da correlare a quelli del mio nido natio che mi sono familiari.

In ogni luogo ci sono peculiarità da scoprire, ma c’è anche un qualcosa di comune che lega tra loro località anche distanti; è questo intimo legame che ci permette di ricomporre ad unità luoghi e storie diverse che altrimenti rischiano di rimanere tessere slegate di un mosaico reso illeggibile.
Il desiderio di ognuno di noi per il ritorno al luogo natio può così essere arricchito, se accompagnato dal desiderio di conoscere i luoghi dei nostri conterranei, non limitandoci ad andare da turisti perché per l’esule il rivedere i nostri luoghi ha sempre un significato diverso, e tramutarsi in un viaggio nel tempo, in quella memoria che ci è comune, perché derivante da vita e storia comune ad un popolo che altrimenti rischiamo noi stessi di ignorare.

I turisti, troppo spesso vedono solo l’oggi, perché son pochi quelli che si soffermano ad approfondire una conoscenza che può essere più facile da cogliere dove la vita si è fermata rispetto a dove essa ha preso dei connotati diversi.

Capita così di vedere e sentire anche italiani che non colgono appieno la realtà storica di una terra latina e veneta che ha saputo nel tempo anche accogliere e far suoi cittadini di altre lingue, di altre culture, mentre colgono quanto oggi si vuol far credere e cioè che ciò che rimane di quel tempo sia frutto di occupazione, veneta prima italiana poi, e non di gente autoctona, facendo passare per tale i nuovi venuti.

A questo mio modo di andare s’accompagna quello diverso del mio collaboratore attento - Corrado Ballarin - che fissa ogni luogo, anche sperduto, in immagini che ci permettono di vedere paesaggi e luoghi di oggi con attenzione al passato. Anche il suo rivisitare continuo la nostra terra persegue lo stesso scopo: riscoprire in ciò che rimane la vita di un tempo, vita che possiamo cogliere, come ho detto, frequentando i momenti in cui si riformano le comunità altrimenti disperse, prima ancora di ripercorrere contrade oggi profondamente mutate.

Mentre l’isola di Cherso è compatta anche se si allunga tra l’Istria e la Dalmazia, l’isola di Lussino, un tempo unita alla precedente, dà l’idea d’essere tesa, tirata quasi, tanto che in alcuni posti si riduce a dei filamenti. Uno di questi è l’istmo compreso tra il Quarnerolo e la Valle d’Augusto, il luogo dal quale prende il via la mia visita a Lussinpiccolo.

Dopo la discesa da Chiusi lussignano la strada, che nella prima parte del percorso costeggiava il litorale orientale dell’isola, va a costeggiare la Valle d’Augusto, lo splendido porto di Lussinpiccolo che si apre ad ovest con due aperture: Bocca Vera e Bocca Falsa, nomi indicanti in modo inequivocabile la natura dei luoghi. La valle d’Augusto si presenta come un lago in quanto le due aperture rimangono quasi sempre nascoste dai diversi punti in cui ci si sofferma a vederla. Una valle che si estende longitudinalmente rispetto all’isola, ma che presenta in diverse parti anche degli allargamenti avendo al suo interno diverse insenature.

Poco prima dell’inizio della cittadina, in località Privlaca, l’istmo si restringe a meno di 60 metri ed è qui, dove un tempo si facevano trasbordare le imbarcazioni su rulli, che nel 1936 è stato scavato un canale, per piccoli natanti, per mettere in comunicazione la Valle d’Augusto con il Quarnerolo.
Da qui in avanti la strada riprende a percorrere il versante orientale deviando il traffico che altrimenti passerebbe lungo la riva del porto. La nuova strada mi porta verso San Martino, il cimitero ma anche la sede del primo nucleo della cittadina. Siamo sulla costa orientale, poco più a sud si trova Lussingrande, a nord Neresine e San Giacomo e più oltre Ossero. Tutti i centri dell’isola li troviamo dalla parte della bora! Mi chiedo il perché e mi affiorano alla mente due ipotesi legate al mondo della pesca ed a quello dei traffici. I Lussini sono centri recenti rispetto ad Ossero, città di traffici e porto lungo una via molto trafficata che passava attraverso il Canale di Lussino e poi attraverso il taglio dell’istmo di Ossero. La nascita dei Lussini è concomitante al decadimento di Ossero di cui ha beneficiato, oltre a Cherso, questa parte finale dell’isola un tempo poco abitata. A San Martino, villaggio di pescatori e pastori, inizia nel XII-XIII secolo una nuova comunità che sin dal nome ci dice la sua condizione: Lussinpiccolo è innegabilmente in stretto rapporto con Lussingrande, il centro vicino già sviluppato da tempo.

Mi piace sentire il piccolo ed il grande non come indicatori di grandezza, ma di età. Piccolo dunque come più giovane, più recente.

La visita inizia dal cimitero sede della primitiva parrocchia ma anche libro aperto sul passato giacché dalle lapidi possiamo cogliere notevoli spaccati del passato. Una guida croata accenna ai cognomi italiani come indice della presenza dell’Italia nel ventennio, ma della gente dai cognomi con finale -ich sappiamo bene quali fossero i sentimenti! Dalle sue origini in epoca veneta, al dominio asburgico, alla redenzione italiana la località aveva mantenuto una spiccata caratteristica italiana che solo il massiccio esodo, referendum inequivocabile, ha ridotto nei termini attuali.
Da San Martino rifaccio il percorso compiuto dalla località stessa che si è spostata ad ovest, verso il magnifico porto che la ha assecondata nello sviluppo di centro marinaro e di porto di armatori famosi in tutto il mondo. Mi soffermo a visitare la nuova parrocchiale dedicata alla Natività di Maria, una bella chiesa a tre navate, del 1696-1757, con pregevoli altari tra cui spicca l’altare maggiore in posizione elevata. Dopo un’attenta visita alla chiesa ed alle sue adiacenze scendo verso la riva tra case che mi parlano genericamente della attiva gente di qui, ma non distinguo una dall’altra anche se mi pare di sentire le voci indicanti or l’uno or l’altro in una rivisitazione di ricordi che sono patrimonio di chi qui ha avuto i natali e la giovinezza. Aspetti che colgo meglio nel vedere il mare e nell’immaginare la vita di un tempo, facilitato in ciò anche dalla mia esperienza nel loco natio posto sul mare.

Vedo l’antico Istituto Nautico, sentito dai lussignani quale loro seconda casa per il ruolo che questa scuola ha avuto nel formare non solo capitani e marinai ma anche nell’elevare il tono culturale della città.

Merita soffermarsi sulle rive ed immaginare il porto pieno di velieri, di barche da diporto, di gare… mentre più lontano ferveva l’opera nei numerosi cantieri!

Completo la visita con una passeggiata, in un ambiente naturale splendido, fino a Cigale ove sorge la chiesa dell’Annunziata tanto cara alla gente di qui. Era questo, tra i luoghi lussignani, quello più intimo, quello sentito da ciascuno come casa propria; inizio e fine di un viaggio.
Lussinpiccolo è una città da sogno, sogno che può andare al di là di quanto coglie l’occhio, anche attento, di un visitatore se ci si prepara all’incontro cercando di coglierla nel suo intimo, nella sua vita d’un tempo ancora presente nel ricordo dei molti lussignani dispersi. È solo in compagnia di uno di loro, infatti, che meriterebbe percorrere queste contrade!

Galleria immagini:

“Peregrinus”

Tratto da “Itinerari istriani” di Pietro Parentin

Nei viaggi del “Peregrinus” - pubblicati a puntate su “La Nuova Voce Giuliana”

e raccolti nei due volumi di “Itinerari istriani” - sono inoltre descritte le località e i dintorni di:

Abbazia, Albona, Antignana, Barbana, Becca, Bersezio, Bogliuno, Borrato, Brest, Briani, Brioni, Buie, Caisole, Canfanaro, Capodistria, Caroiba, Carsette, Casali Sumbaresi, Castagna, Castel Racizze, Castellier di Visinada, Castelnuovo, Castelvenere, Castelverde, Ceppi di Portole, Cerreto, Chersicla, Cherso, Cicceria, Cittanova, Collalto-Briz-Vergnacco, Colmo, comunità Ex alunni Padre Damiani, Corridicio, Costabona, Covedo, Daila, Dignano, Draguccio, Duecastelli, Fasana, Felicia, Fianona, Fiorini, Fontane, Foscolino, Gallesano, Gallignana, Gimino, Gradina, Grimalda, Grisignana, Isola d'Istria, Lanischie, Laurana, Levade, Lindaro, Lussingrande, Lussinpiccolo, Madonna del Carso, Marcenigla, Matterada, Medolino, Mlum, Mondellebotte, Momiano, Mompaderno, Moncalvo, Montona, Mormorano, Moschiena, Muggia, Neresine, Nesazio, Novacco di Montona, Novacco di Pisino, Occisla, Orsera, Ossero, Parenzo, Passo, Paugnano, Pedena, Petrovia, Piemonte, Pietrapelosa, Pinguente-Rozzo-Sovignacco, Pirano, Pisino, Pola, Portole, Portorose, Pregara, Promontore, Raccotole, Radini, Rovigno, Rozzo, Salise, Salvore, San Lorenzo d'Albona, San Lorenzo del Pasenatico, San Lorenzo di Daila, San Pietro dè Nembi, San Pietro di Madrasso, San Pietro in Selve, San Servolo, Sansego, Santa Domenica di Visinada, Sanvincenti, Sarezzo, Sbandati, Schitazza, Sicciole, Sissano, Socerga, Sovignacco, Stridone, Strugnano, Toppolo, Torre di Parenzo, Tribano, Truscolo, Umago, Valdarsa, Valle del Risano, Valle dell'Ospo, Valle d'Istria, Valmorasa, Verteneglio, Vetta, Villa Gardossi, Villa Padova, Villa Treviso, Villanova del Quieto, Villanova di Parenzo, Visignano, Visinada "Norma Cossetto", Zumasco.