Anna Monaro, la piranese luminosa.Nei primi giorni di marzo del 1934 si sparse la notizia che una donna di Pirano, ricoverata nell’ospedale della città, emetteva raggi di luce. Ad accorgersi per prima del fenomeno fu la paziente Maria Gherardi, che si trovava in stanza assieme ad altre sette donne, e che vide partire dal letto di una di esse un raggio di luce, tanto da spingerla a chiamare il personale medico. Sottoposto ad indagine, l’inspiegabile fenomeno si ripeté più volte nelle notti tra il 9 e il 19 marzo alla presenza di diversi testimoni e medici convocati per l’occasione.Anna Monaro di 42 anni, nata nel 1892 e moglie di un pescatore, era da parecchio tempo sofferente di asma, motivo del suo ricovero ospedaliero. Accadeva durante il sonno che veniva a formarsi in corrispondenza della zona toracica anteriore una luminescenza, a forma di cono o globo, che attraversava le coperte del letto e partiva verso l’alto dividendosi, a volte in più raggi. Il fenomeno venne studiato dal dott. Saiz, neurologo di Trieste, dal dott. Bastognoni di Milano e dal dott. Sambo con l’ausilio di apparecchiature per misurazioni fisiche e di un galvanometro. Si sarebbero determinate – secondo il parere del prof. Protti – condizioni favorevoli alla formazione di eccessi di solfuri, che hanno la proprietà di illuminarsi se eccitati da radiazioni ultraviolette (presenti nel sangue) e possedute dalla Monaro in misura più elevata del normale. La localizzazione della fonte luminosa in corrispondenza del petto poteva essere spiegata dalla presenza in tale zona viscerale di concentrazioni saline dei solfuri. Anna Monaro venne invitata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma, dove rimase in clinica dal 20 aprile al 2 giugno, sottoposta ad accurate indagini cliniche, radiografiche e psicologiche a cura dei proff. F. Vitali, G.C. Trabacchi e S. De Santis; venne esaminata anche dal fisico Enrico Fermi.Ma il fenomeno, più che raro per la sua intensità, non si ripeté più e non avremo mai la spiegazione oggettiva di quanto avvenuto a Pirano la primavera del 1934. (sunto da un articolo di Aldo Cherini)
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