Il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul ha richiamato di nuovo l’attenzione sul caso di Giuseppe De StenaAutore: -Giugno 1, 2021 Share
È stato nuovamente richiamato all’attenzione il caso di violazione dei diritti linguistici da parte dell’Unità locale dell’Amministrazione finanziaria nazionale (FURS) nei confronti di Giuseppe De Stena, cittadino italiano residente nel Comune di Capodistria. Il tema è stato presentato dettagliatamente alla conferenza stampa indetta dal presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul tenutasi ieri a Palazzo Gravisi-Buttorai, sede della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”. Il presidente Tremul ha esordito ringraziando il sodalizio di Capodistria per aver messo a disposizione il Salone Nobile spiegando che l’obiettivo della conferenza stampa è quello di presentare la situazione e quanto è stato fatto negli ultimi anni su questo tema, in modo da informare debitamente l’opinione pubblica. Il signor Giuseppe De Stena si è trasferito in Slovenia alcuni anni fa, per motivi familiari, coniugato e residente a Capodistria nel rione di Vanganello. Non possiede la cittadinanza slovena ma è iscritto alla Comunità degli Italiani di Capodistria quale socio effettivo ed è pertanto anche socio dell’UI, che segue da un paio d’anni questo caso emblematico di violazione dei diritti linguistici. Nonostante le ripetute segnalazioni, richieste e ricorsi, sia da parte dell’UI che dallo stesso De Stena, il FURS continua a negargli i diritti linguistici. La questione del rispetto del bilinguismo è molto sentita tra i connazionali ma anche per coloro che, pur non essendo cittadini sloveni, risiedono e lavorano in territorio nazionalmente misto. L’interpretazione restrittiva delle disposizioni giuridiche e costituzionali garantirebbero il diritto al bilinguismo esclusivamente agli appartenenti alla CNI autoctona e non ai cittadini italiani che hanno trasferito la residenza nelle aree nazionalmente miste dei Comuni istriani. Una posizione stigmatizzata anche da parte del deputato al Parlamento sloveno, Felice Žiža e dagli esponenti della CAN costiera, con a capo il presidente Alberto Scheriani, al recente incontro con i vertici dell’Amministrazione finanziaria. Richiamandosi all’articolo 11 della Costituzione, Tremul ha ricordato che essendo l’italiano lingua ufficiale del territorio, coloro che vi risiedono permanentemente o temporaneamente hanno diritto a utilizzarla quale lingua ufficiale. Lo comprovano le sentenze della Corte di Giustizia della Comunità Europea, che stabiliscono che nei procedimenti civili e penali, negli Stati dell’Unione Europea, ai cittadini comunitari viene riconosciuto il diritto di avvalersi della loro madrelingua, qualora il Paese in cui è in corso il processo riconosca ai propri cittadini di avvalersi della medesima lingua. Tremul ha richiamato l’attenzione pure sulla deliberazione dell’ombudsman, Peter Svetina, per cui “il signor De Stena è stato ingiustificatamente discriminato da parte del FURS nell’esercizio del diritto di condurre il procedimento in italiano in un’area bilingue”. Anche la deliberazione del Tutore del principio di uguaglianza, Miha Lobnik, ha constatato che “il FURS nel respingere la richiesta del contribuente Giuseppe De Stena, affinché gli venissero emesse le decisioni in lingua italiana nel corso del procedimento amministrativo di accertamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche per il 2016, ha violato il divieto di discriminazione”. Tremul ha inoltre riportato che anche il Ministero della Pubblica Amministrazione nella comunicazione indirizzata alla CAN costiera conferma quanto sostenuto dall’UI da anni, cioè che il signor De Stena ha pienamente diritto ad avere il procedimento in lingua italiana. Si tratta di un caso che riguarda sostanzialmente tutti i cittadini italiani che risiedono nei territori delle municipalità di Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano in cui l’italiano è lingua ufficiale nei cui confronti è richiesto il rispetto e la piena attuazione delle disposizioni degli atti giuridici e costituzionali. “È importante che ci sia un impegno quanto più ampio, e ciò sta avvenendo, affinché si riconoscano i diritti di coloro che qui risiedono”. Tremul ha ringraziato il signor De Stena che sta portando avanti questo impegno civile. “Si tratta di una questione di principio importante che riguarda anche l’aspetto dell’unitarietà in riferimento ai cittadini croati, che qui vivono e lavorano o sono anche di passaggio. La Slovenia ha una legislazione molto elevata per quanto riguarda i diritti minoritari anche se questo è un esempio in cui questo diritto vene negato”. Il presidente ha ringraziato tutti i rappresentati politici e della CNI a tutti i livelli, nonché quanti profondono il proprio impegno a favore dei diritti della CNI e del bilinguismo, con l’auspicio che le argomentazioni possano contribuire a una coerente applicazione dell’ordinamento giuridico-costituzionale. “Poiché il diritto non è stato assicurato attraverso il procedimento finora condotto, l’UI porterà avanti l’azione di contestazione sottoponendola all’attenzione dell’Ispettorato ed eventualmente in seguito al Tribunale, fiduciosi che la questione si possa esaurire nei modi quanto più rapidi e tranquilli possibili”, ha concluso Tremul.